Innsbruck si trova in una valle ai piedi delle Alpi.
Montagne imponenti e aspre, un po’ inquietanti, sovrastano l’accogliente cittadina, affollata dai turisti. Il centro si apre in una piazza circondata dai suoi palazzi decorati e stuccati, con i bovindi che rompono la simmetria delle loro forme. Al di sotto, portici bassi in pietra nascondono negozi straripanti di souvenirs e ristorantini molto frequentati.
Alcune di queste case sono molto antiche; una in particolare attira l’attenzione dei turisti: ha il tetto d’oro e, dietro ad una lunga balconata, compaiono, dipinte, signore medievali che si affacciano sulla piazza.
Qui è in effetti tutto molto turistico ed il fascino che può esercitare questo luogo lo trovo un po’ freddo e certamente poco vero; è tutto così lindo e pulito da sembrare finto.
Decidiamo di cenare in centro; la “Pizzeria Romantica”, in un vicoletto più raccolto, attira la nostra attenzione, così ci sediamo fuori in attesa che la signorina venga a prendere le ordinazioni. Ebbene, ci vorrà ben un’ora prima di veder arrivare finalmente qualcosa ed in particolare i 20 cc di acqua naturale ordinata da Alessio e la mia birra, e, dopo un’altra mezz’ora, il minestrone che Alessio ha avuto il coraggio di ordinare.
Arriva infatti una ciotolina piena di brodaglia solo vagamente colorata che Alessio trova inspiegabilmente squisita, sul fondo della quale sono affogati dei pezzetti di spaghettini scotti...vabbè che lui è abituato a mangiare mozzarella e ciocorì…
Insomma dopo due ore e mezza di attese (anche per pagare) riusciamo finalmente a tornare all’albergo.