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E’ un paesino minuscolo della Baviera,
che si trova in una valle ai piedi delle Alpi. Il tempo non è dei
migliori, il cielo non promette bene, anche se non piove ancora.
Dopo aver trovato un’accogliente cameretta nella casa di una simpatica
famiglia tedesca, decidiamo di fare un giro per i dintorni. A 22 km c’è
un paesino che Alessio vuole andare a vedere, forse per alleviare la
tensione della guida derivatagli dal traffico tedesco. In breve ci
troviamo in un’angusta e tortuosa stradina tra gli abeti, in mezzo alla
quale ad un certo punto compare una signora che ci chiede il pedaggio.
E’ una strada privata, costruita da una segheria per permettere l’arrivo
dei tronchi dal vicino bosco, alquanto diradato in effetti.
Noi continuiamo a salire con le montagne a ridosso ad instillarmi un po’
di inquietudine e poi a scendere fino ad arrivare al paesino. Appena
arriviamo, la musica ci suggerisce una festa paesana, tipo Octoberfest,
con la tipica banda bavarese ed i wurstel caldi, serviti con i pretzel e
generosi boccali di birra fresca. Le signore e le bambine sono tutte
vestite secondo usanza e tutti ci guardano perchè siamo davvero gli
unici intrusi a curiosare. E’ ora di cena e decidiamo di cenare nel
paesino che ci ospita, quindi partiamo subito, prima che venga a
piovere.
L’unico ristorante del paese è italiano; è affollato di tedeschi in
vacanza, così ci sediamo al tavolo con una famigliola che sta per finire
di mangiare. Il cameriere riconosce subito che siamo Italiani,
accogliendoci con calore, dato che lui stesso è di Empoli. E’ qui da
marzo, ma non è particolarmente contento, gli manca l’Italia; qui
l’inverno deve essere particolarmente brutto, con la neve che sommerge
tutto per tanti mesi, il buio e l’isolamento a cui devono rassegnarsi
questi paesini nascosti nelle valli alpine.
L’indomani partiamo per l’Italia. Ormai non sono previste piu’ tappe
intermedie, anche perchè siamo costretti a sostare, nostro malgrado,
lungo l’autostrada proprio in prossimità del Brennero. Ci sono code
infinite in entrambi i sensi, bloccandoci ancora nei pressi di Trento
per piu’ di un’ora.
Verso le quattro arriviamo a Spezia, dove Alessio, contento di aver
finito di viaggiare, mi accompagna, mentre io sono attanagliata dal
senso di perdita che ormai conosco bene e che si impossessa di me alla
fine di ogni viaggio.
Resta il ricordo, che col tempo diventa ancora più bello, diventando una
piccola avventura. |
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