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  Viaggio in Portogallo  
     
  12/08/02: Braga - Porto  
     
 

A Porto arriviamo alle 11.30. Risulta subito una città grande, caotica e popolare.

Le strade del centro storico sono larghe ed imponenti, mi aspetterei grandi negozi,qualcosa che desse loro importanza, invece vi si trovano una grande quantità di botteghe fatiscenti, polverose, che vendono oggetti che erano già vecchi quando io ero piccina: vecchie sveglie, radio, paccottiglia di falso artigianato locale, statue e busti sacri.Ci sono portoni aperti che lasciano intravedere impianti elettrici da paura e sporcizia in quantità.
Appena fuori dal centro, i sacchetti dell'immondizia vengono abbandonati a mucchi sul marciapiede.
Ci imbattiamo in un mercato coperto, dove non si vende solo frutta e verdura, ma anche baccalà cucinato in vari modi da friggitorie onnipresenti, sempre affollate a qualunque ora, un po' come le nostre pizzerie al taglio. 
Al mercato poi, c'è una discreta rappresentanza di macellai, che usano esporre le parti più raccapriccianti dei corpi degli animali: ti viene voglia di diventare vegetariano! Si vedono ceste immense piene di zampe di gallina, vetrine sanguinanti con pezzi di carne appena macellata. Sembra che ne vadano fieri.
Arriviamo alla Cattedrale, che però è chiusa.
Si trova su un'altura, quindi per tornare in centro dobbiamo scendere scalette ripide e attraversare vicoli strettissimi, mentre si sentono canzoni uscire dalle finestre aperte; vediamo donne che urlano da terrazza in terrazza stendendo i panni, si vede un lavatoio comune ed altre donne che si sentono vociare da lì, mentre lavano a mano, dico a mano, biancheria e quant'altro. Scene d'altri tempi!

I vicoli sono maleodoranti, pieni di "scugnizzi portoghesi" che giocano sulla strada con galletti e gatti smagriti, dappertutto ci sono panni stesi.
Arriviamo alla Ribeira, cioè lungo le rive del Douro, il fiume che attraversa la città.

 
     
   
     
 

Qui è pieno di ristorantini, ed infatti è l'unico posto in tutta la città, dove si sente la presenza dei turisti.

Alla stazione ferroviaria ci hanno detto che ci sono azulejos stupendi, le pareti dell'atrio sono letteralmente tappezzate: scene di battaglie sanguinose, una vecchia mendicante, scene di mare, incoronazioni...

 
     
   
     
 

Ci riposiamo un poco, un po' storditi non tanto per il caldo, ma per le salite e le discese, che qui sono all'ordine del giorno e poi torniamo alla Ribeira decisi ad attraversare il ponte e vedere Porto dall'altra sponda del fiume.

 
     
   
     
 

Da questa parte, Porto appare come una accozzaglia disordinata di casette color ocra e giallo che hanno un movimento, sono vive, come lo è questa città. 
Porto mi piace perché è ancora se stessa, anche se ho paura che presto si uniformerà alle altre città europee e perderà il suo colore.

 
     
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