Oggi è l'ultimo giorno in Portogallo.
Ci alziamo per andare a vedere il mercato, che si tiene nella piazza principale della città.
Questo mercato è unico: c'è un omino che vende misteriosi sassi bianchi, che in tanti vanno a comprare in quantità, sacchi interi che, dopo l'attenta osservazione che due chimici come noi hanno dedicato al misterioso sale, si rivelano pieni di gesso.

Ora sappiamo cosa rende candide le case: altro che tempere industriali!
Altri banchetti mostrano terrecotte artigianali dipinte con motivi naive, artigianato in legno e poi vecchi attrezzi per l'agricoltura, falcetti gioghi, rastrelli: un mercato agricolo d'altri tempi.
Ci sono anche banchetti che vendono animali da cortile, altri tutte le possibili varietà di formaggio che una zona agricola come questa può produrre.
Alessio vuole partire perché si sta facendo tardi, così, magone o no, ci rimettiamo in macchina , dato che entro stasera dovremo essere a Madrid.
Tuttavia un' ultima sosta ad Elvas ci dovrebbe permettere di spedire le cartoline, che fino ad oggi ci siamo dimenticati di scrivere.
Così ci fermiamo nella piazzetta centrale di questo paesino vicino alla frontiera, su una panchina all'ombra.
Mentre Alessio finisce di scrivere le sue cartoline, io faccio un giretto per il centro, dato che è piccolo e grazioso.

Qui ci sono molti turisti, sebbene a mio parere sarebbero stati più giustificati ad Estremoz: non lo nego, mi ha stregato.
Tra i tanti paesi che ho visitato è quello che preferisco.
Non trovando i francobolli, decidiamo di spedirle dalla Spagna, così parenti ed amici avranno pezzettini diversi delle varie tappe del nostro viaggio.

Procedendo verso Madrid il paesaggio cambia: la terra è rossa e brulla, il caldo impossibile, così come lo è la sete; il fiato ci manca per l'arsura, qui non si arriva mai...
Madrid vista dalla strada ha qualcosa di surreale, è una macchia in mezzo al deserto, potrebbe essere un'oasi oppure il suo miraggio, dato che davanti a noi l'aria trema per il troppo caldo.
Dopo avventure fantozziane, prima per arrivare all'albergo, poi per trovare un parcheggio (dato che, secondo Alessio, la sera a Madrid non esce nessuno perché l'indomani devono lavorare!!! E la famosa movida madrilena?) prendiamo la Gran Via nella speranza di mangiare una sana e disintossicante paella alle verdure.
Il nostro desiderio viene presto soddisfatto, così girelliamo, ancora stravolti dal caldo e dal viaggio, in mezzo a migliaia di persone elegantissime e alla moda: ma perché ci guardano? Forse i nostri sandali da mare ed i pantaloncini non sono adatti a fare le vasche nelle vie più in di Madrid!
Tanto noi diamo un' ultima occhiata e poi ci riavviamo all'albergo.