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Partiamo alle 7,30 da Figueres: piove ed
è piuttosto freddo, ma attraversando la Francia comincia a schiarire.
Verso le 11 arriviamo ad Arles: l'idea di farci un giretto mi alletta
molto, addolcisce l'idea del ritorno.
Arles è una cittadina deliziosa, anche se ovviamente turistica.
E' accogliente, con le sue viuzze profumate, dalle case di pietra e le
persiane color lavanda; c'è un teatro antico, che a dire la verità, vale
poco la pena di essere visitato visto che è stato ricostruito di sana
pianta e un piccolo anfiteatro romano perfettamente conservato che
ancora oggi viene usato per le corride portoghesi, in voga anche qui.
Il nostro piccolo giro finisce con la ricerca affannosa del caffè
dipinto da Van Gogh: lo troviamo alla fine di una stradina, in una
piazza, arredato nello stesso identico modo in cui è stato dipinto. |
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Ora è davvero tardi, Alessio smania: non
vede l'ora di varcare la frontiera, mentre io continuo a ripetergli di
voler tornare indietro.
Infatti sbagliamo ad imboccare l'autostrada e ci si trova così nella
corsia opposta perdendo circa 15 minuti per imboccare la giusta
direzione; ma non basta.
Dopo circa un'ora ci ritroviamo senza accorgersene sull'autostrada per
Avignone, quando noi avremmo dovuto imboccare quella per Aix en Provence,
stavolta perdendo un'ora: forse non vogliamo davvero tornare a casa!
Una volta ricongiuntici all'autostrada il viaggio continua senza
intoppi, finchè non sentiamo che l'auto comincia a tremare, via via
sempre piu forte: è una delle ruote posteriori che si è deformata.
Ci guardiamo nel terrore per il pericolo che abbiamo corso finora, così
decidiamo di cambiarla, anche se nessuno di noi aveva mai cambiato una
ruota.
E' stato consolante vedere tanta gente fissarti mentre sudi 7 camice
sotto il sole delle due e nessuno che ti viene a chiedere se hai
bisogno...
Fortunatamente a casa ci siamo arrivati, il viaggio sembra finito, ma
sarà davvero così?
Ora che ho finalmente visto il Portogallo, mi assale la tristezza che
accompagna ogni desiderio che si avvera e che diventa un ricordo che non
si ripeterà uguale a se stesso se non nella memoria, ma, come dice
Saramago, bisogna tenere presente che
"il viaggio non finisce mai. La fine di un viaggio è solo l'inizio di un
altro.
Bisogna vedere quel che non si è visto, vedere di nuovo quel che si è
già visto, vedere in primavera quel che si è già visto in estate, vedere
di giorno quel che si è già visto di notte, con il sole dove la prima
volta pioveva, vedere le messi verdi, il frutto maturo, la pietra che ha
cambiato posto, l'ombra che non c'era.
Bisogna tornare sui passi già dati, per ripeterli e per tracciarvi a
fianco nuovi cammini.
Bisogna ricominciare il viaggio. Sempre."
E questa è l'unica vera consolazione. |
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INFO: Per visualizzare le tappe sosta
almeno un secondo sulle boe rosse... dopodichè cliccaci sopra! |
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